Fabio Orecchini
NEMAT ALCESTI | rito scenico- installazione
L'opera per sua natura è in continua mutazione, prende e al contempo perde forma, coincide con il tempo della vita.
SINOSSI L'azione artistica nasce dalle rovine di una frana: tonnellate di argille, terra e detriti che investono un vecchio orto di famiglia (sito in mezzo ad un bosco dove opero come permacoltore raccoglitore) e le memorie e i fantasmi di animali non-umani, vegetali e di generazioni di contadini che lo attraversano. Precipitata in un vortice, la terra è capovolta, rovesciata, inerte: un deserto costellato di meteore in tufo, laterizi impastati a creta, rottami in ferro, piccoli fossili marini. Scavo con la pala per ore, nel sodo, senza trovare alcun segno di vita, scavo per entrare (per uscire?), sempre più a fondo, nei fondali crollati dall’alto, e un lombrico rosso appare, è immobile, lo prendotra le mani, e sul palmo comincia a contorcersi, a gridare. Un vecchio albicocco (innestato trenta anni fa da mio nonno Tullio) è scivolato in basso, ancorato alle radici, è salvo, per il momento, ma si indebolisce: funghi e larve di Ips Typographus presto lo colonizzano (esempio incredibile di attività simbionte, i miceti rendono la cellulosa “digeribile” e le larve scavano in profondità nel tronco, per deporre le uova, causando la morte dell’ospite;l’I.Typographus è il responsabile della devastazione delle foreste del nord-Italia seguita alla tempesta Vaia, 14 milioni di alberi uccisi in pochissimi anni), la scena del sacrificio si incide col tempo sul tronco, proprio sotto i miei occhi; da quel momento zoomorfemi, teriografie (come terioscritture e terioarchiitetture, termini presi in prestito dall’opera della filosofa V.Despret), tracce di possibili immaginari interspecie si moltiplicano a dismisura, inondando lo sguardo -ma come accedervi, come tradurre un geopoema, come dire, rinominare ancora? Forse restando interrati, invischiati in questo Ade antropocenico, a rintracciare una faglia, una vena sommersa, aprendosi al possibile, con-generando nuovi alfabeti terrestri, e celesti, da mettere in comune, una via di accesso, non di fuga. «Improbabile non è il contrario di probabile» scrive Amitav Ghosh. Alcesti di Euripide è sulla porta del castello, disarticolata, incompiuta, è stata appena strappata -strattonata via- dall’Ade, dalle profondità della terra; è muta, scorporata, informe. Per esistere non sarà più tenuta ad essere, tanatomorfosi incompiuta, divenuta ologramma; ma la ‘ferecide’ pretende un corpo -perde forma-, continuamente si rigenera, per decadimento. Alcesti è qui con noi ma non è - vive nell’Esodo - è dislocazione, diaspora,sposizionamento. Quella che cerco è una soglia di presenza, uno spazio rituale più-che-umano, da estrarre dal midollo dei boschi come dalle viscere dei vecchi orti in cui lavoro ogni giorno. Il rito scenicosi ricompone, diverso ogni volta, di stagione in stagione, a partire dai corpi estratti dalle macerie della memoria, da dissotterramenti, ritrovamenti casuali, da gesti quotidiani del lavoro nei campi, dall’osservazione, da azioni interspecie; non si può parlare propriamente di autore, in scena operocome un earthbound (Latour, Haraway) intriso di geostorie da con-generare: sono uno specchiointerfaccia, ad agire con me (e in mia vece) sono lombrichi, miceti, insetti, ma anche corde, secchi, tinozze; acqua con zolfo, acqua con verderame.
DIASPORA
spire | spore
(Azione scenica: corde, due secchi in rotazione, acqua e terra rossa nel secchio svasato, rame e zolfo nel secchio cilindrico)
(in bianco e nero un'impronta sporale di funghi allucinogeni)
-Libro delle rotazioni - gli ultimi scatti si riferiscono ai faldoni, formato A3, realizzati dall'artista su carta cotone naturale.
ESODO
Ife
(azione scenica: due calderoni forati colmi di acqua con terra, verderame e zolfo, carta cotone)
IDRAGLIFI
Terioscritture : semiosi illimitata del segno
(Azione scenica: lombrichi su carta)
Il suono dei lombrichi in azione viene amplificato e mandato in diretta durante la performance
C O R O / I n s t a l l a z i o n e:
CARTOGRAFIE SECRETE DI MEMORIE MUTEVOLI
Terioarchitetture
(Ips Typographus su legno, interventi manuali con scalpello, foto)